Una nuova ricerca suggerisce che le nane bianche, i resti di stelle come il nostro Sole dopo che hanno esaurito il loro combustibile nucleare, potrebbero essere più capaci di supportare esopianeti abitabili di quanto si pensasse in precedenza. Ciò sfida le precedenti ipotesi secondo cui questi resti stellari sono troppo deboli e freddi per favorire la vita.
Simulazioni al computer hanno rivelato che i pianeti rocciosi che orbitano le nane bianche potrebbero possedere aree superficiali abitabili più ampie. Ciò è attribuito alla rapida rotazione di questi pianeti, che riduce la copertura nuvolosa e migliora la ritenzione del calore. La zona abitabile attorno a una nana bianca è molto più vicina rispetto a una stella della sequenza principale, il che porta a periodi di rotazione più brevi per i pianeti orbitanti.
Questi risultati, pubblicati su The Astrophysical Journal, propongono che potrebbe esserci un numero maggiore di mondi potenzialmente abitabili nella nostra galassia rispetto a quanto stimato in precedenza. Ciò amplia la portata della ricerca di vita oltre la Terra per includere pianeti che orbitano questi resti stellari. La ricerca è stata supportata dalla National Science Foundation e guidata da Aomawa Shields, professoressa di fisica e astronomia presso l'UC Irvine.