La televisione di stato iraniana ha annunciato che i prossimi colloqui sul nucleare si terranno in Italia, con l'Oman che manterrà il suo ruolo di mediatore. Questo annuncio coincide con l'accettazione delle dimissioni di Mohammad Javad Zarif come capo negoziatore iraniano per l'accordo sul nucleare del 2015.
Il presidente Masoud Bazeshkianha ha dichiarato che la sua amministrazione non poteva più beneficiare dell'esperienza di Zarif a causa di alcuni problemi. Mohsen Esmaeili, un moderato politico di 59 anni ed esperto legale, è stato nominato nuovo vicepresidente per gli affari strategici.
Sono emerse discrepanze tra Teheran e Washington riguardo al formato e alla sede dei negoziati. Mentre Roma si è offerta di ospitare, Teheran ha insistito sull'Oman, come nel primo round. Gli Stati Uniti non hanno confermato la sede.
Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi ha messo in guardia gli Stati Uniti contro posizioni contraddittorie durante i colloqui. Ciò ha fatto seguito alle osservazioni dell'inviato statunitense Steve Witkoff che suggerivano che l'Iran potrebbe riprendere l'arricchimento dell'uranio al 3,67 percento.
Araqchi ha sottolineato la disponibilità dell'Iran a costruire fiducia, ma ha affermato che il principio dell'arricchimento non è negoziabile. Ali Shamkhani, un consigliere della Guida Suprema Ali Khamenei, ha avvertito che minacce esterne potrebbero portare a misure come l'espulsione degli ispettori dell'AIEA.
Il capo dell'AIEA Rafael Mariano Grossi è arrivato a Teheran per colloqui potenzialmente riguardanti i poteri di ispezione dell'agenzia presso le strutture iraniane. Questa visita avviene in un contesto di minacce da parte dell'Iran di sospendere la cooperazione con l'agenzia delle Nazioni Unite se gli Stati Uniti continuano a fare pressione con minacce militari.