Israele ha collegato la ripresa degli aiuti umanitari a Gaza all'accettazione da parte di Hamas del "piano Witkoff", mediato dall'inviato statunitense in Medio Oriente. Questo piano propone di estendere la fase iniziale della tregua di Gaza per circa 50 giorni, comprendendo il Ramadan, iniziato il 1° marzo, e la Pasqua ebraica. Durante questo periodo, Hamas dovrebbe rilasciare gli ostaggi ancora in vita e restituire i corpi degli ostaggi deceduti. La sospensione degli aiuti ha suscitato una forte condanna da parte delle nazioni arabe e dell'ONU, che sottolinea la necessità dell'accesso umanitario. Al contrario, gli Stati Uniti hanno espresso il loro sostegno a Israele, affermando i suoi negoziati in buona fede per il rilascio degli ostaggi. Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar sostiene che durante la tregua di sei settimane sono entrati a Gaza rifornimenti sufficienti per quattro mesi, contrastando le affermazioni di Hamas sulla carestia.
La posizione di Israele sulla sospensione degli aiuti a Gaza dipende dall'accordo di Hamas prima del Ramadan
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