Tariffa del 100% di Trump sui film stranieri: Hollywood reagisce, l'industria cinematografica globale si prepara all'impatto nel 2025

Modificato da: Katya Palm Beach

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato una tariffa del 100% sui film prodotti al di fuori degli Stati Uniti, affermando che l'industria cinematografica americana è danneggiata dagli incentivi fiscali esteri [1, 2, 4]. Trump ha dichiarato la questione una questione di sicurezza nazionale e ha incaricato le agenzie, incluso il Dipartimento del Commercio, di attuare immediatamente le tariffe [2, 4, 9].

L'annuncio ha scosso l'industria dell'intrattenimento [2, 3]. I dirigenti di Hollywood stanno cercando di capire le implicazioni, mentre la Motion Picture Association ha rifiutato di commentare [3, 11]. La mancanza di dettagli specifici riguardanti il calcolo e l'applicazione ha creato incertezza [3, 4].

Diversi paesi, tra cui Australia e Nuova Zelanda, hanno espresso la loro opposizione e si sono impegnati a sostenere le loro industrie cinematografiche [3, 5, 7]. Il ministro degli Interni australiano Tony Burke ha parlato con il capo di Screen Australia, affermando il suo impegno a difendere l'industria cinematografica australiana [1, 3, 5]. Il primo ministro neozelandese Christopher Luxon ha dichiarato che il suo governo sta cercando ulteriori informazioni [1, 3, 5].

All'inizio di quest'anno, Trump ha nominato Jon Voight, Sylvester Stallone e Mel Gibson come “ambasciatori speciali” per rilanciare il cinema americano [4, 16, 17]. William Reinsch, un ex alto funzionario del Commercio, ha messo in guardia da potenziali conseguenze disastrose a causa di possibili ritorsioni [3]. La comunità cinematografica internazionale sta osservando da vicino come si svilupperanno queste tariffe e il loro potenziale impatto sulla produzione e distribuzione cinematografica globale [1, 2].

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