Un'indagine delle Nazioni Unite rivela che l'Iran sta intensificando l'uso della sorveglianza digitale e del "giustizialismo sponsorizzato dallo stato" per reprimere il dissenso dopo le proteste del 2022 "Donne, Vita, Libertà". La Missione internazionale indipendente di accertamento dei fatti delle Nazioni Unite sull'Iran, in un rapporto pubblicato venerdì, afferma che Teheran sta compiendo "sforzi statali concertati per soffocare il dissenso, perpetuando un clima di paura e sistematica impunità".
Il rapporto descrive in dettaglio l'aumento dell'uso della tecnologia e della sorveglianza, inclusa l'app Nazer, che consente alle persone di segnalare la mancata conformità all'hijab, anche in ambulanze e taxi. La sorveglianza aerea con droni è stata utilizzata anche a Teheran e nell'Iran meridionale nell'aprile 2024 per monitorare la conformità all'hijab. La missione ha scoperto che il sistema giudiziario manca di indipendenza e che le vittime che cercano giustizia devono affrontare intimidazioni e procedimenti giudiziari.
Gli investigatori hanno raccolto 38.000 elementi di prova e hanno intervistato 285 vittime e testimoni, nonostante l'Iran abbia negato l'accesso al paese. La missione chiede una nuova indagine sulle violazioni dei diritti con una portata più ampia delle sole proteste e delle loro conseguenze. Il rapporto sarà presentato al Consiglio per i diritti umani martedì.