La ricerca di alternative sostenibili alle plastiche derivate dal petrolio ha aperto la strada a scoperte rivoluzionarie nel campo dei materiali amiche del mare. Ricercatori italiani e internazionali stanno sviluppando bioplastiche innovative che si degradano rapidamente in acqua di mare, affrontando così il problema persistente dell'inquinamento da plastica che minaccia i nostri preziosi mari, dai litorali della Liguria fino alle coste della Sicilia.
Gli scienziati del Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI) hanno scoperto che la schiuma di diacetato di cellulosa (CDA) si degrada rapidamente in acqua di mare. In un periodo di 36 settimane, il CDA ha perso il 65-70% della sua massa, degradandosi 15 volte più velocemente rispetto al CDA solido. Questo rende il CDA una promettente alternativa alle plastiche persistenti come il polistirolo espanso, spesso utilizzato anche nelle tradizionali confezioni alimentari italiane.
Ulteriori progressi includono un materiale completamente biodegradabile sviluppato presso l'Università di Copenaghen. Realizzato da amido d'orzo e nanofibre di cellulosa ricavate dagli scarti della barbabietola da zucchero, questo materiale si decompone entro due mesi. Queste innovazioni sottolineano il potenziale delle bioplastiche per rivoluzionare il packaging, rispettando la bellezza e la tradizione del nostro territorio, e contribuendo a preservare l'ambiente per le future generazioni della nostra famiglia italiana.