'Born In The U.S.A.' di Bruce Springsteen rimane un album fondamentale, raggiungendo lo status di superstar del pop pur rimanendo fedele agli ideali musicali di Springsteen [1, 6]. Per oltre tre anni, Springsteen ha scritto e registrato circa 70 canzoni per questa opera iconica [1, 2, 3]. Il suggerimento del manager Jon Landau di aggiungere una traccia che riflettesse la vita attuale di Springsteen ha portato alla creazione di 'Dancing In The Dark' [1].
Ispirato dall'austerità di 'Nebraska', Springsteen ha plasmato la direzione dell'album [1, 8]. La title track, originaria delle demo di 'Nebraska', è stata trasformata dai sintetizzatori di Roy Bittan e dalla batteria di Max Weinberg in un potente inno, nonostante i suoi testi critici [1]. Landau ha incoraggiato Springsteen ad abbracciare elementi pop accattivanti, il che lo ha portato inizialmente a considerare di dare 'Cover Me' a Donna Summer prima di decidere di tenerla per sé [1]. Come consolazione, Springsteen ha dato a Summer la canzone 'Protection' [1].
Prima del completamento dell'album, Steven Van Zandt è partito per intraprendere una carriera da solista, spingendo Springsteen a scrivere 'Bobby Jean' come tributo alla loro amicizia [1, 2]. Nonostante abbia lasciato prima che l'album fosse finito, Van Zandt è accreditato come uno dei produttori [1, 2]. Van Zandt ha anche svolto un ruolo cruciale nel convincere Springsteen a includere 'No Surrender' nell'album [1, 4].