Un nuovo studio dell'Istituto di Fisica Fondamentale dell'Universo (IFPU) di Trieste, Italia, esamina modelli alternativi di buchi neri che non presentano singolarità, offrendo potenzialmente test osservativi per queste teorie [4, 12]. Questi modelli includono buchi neri regolari e imitatori di buchi neri, che mancano sia di singolarità che di orizzonti degli eventi [4, 10, 13]. Questa ricerca sfida la teoria della relatività generale di Einstein in condizioni estreme [4].
Gli scienziati stanno proponendo che sottili deviazioni dalle previsioni di Einstein possano essere misurate utilizzando strumenti avanzati [4]. L'imaging ad alta risoluzione e l'analisi delle onde gravitazionali potrebbero rivelare anomalie, portando potenzialmente a una teoria quantistica della gravità [4, 7]. Tale teoria unirebbe la relatività generale e la meccanica quantistica, rivoluzionando la nostra comprensione dell'universo sia su larga scala che a livello subatomico [3, 4].
Il direttore dell'IFPU, Stefano Liberati, sottolinea l'entusiasmante futuro della ricerca sulla gravità, rilevando i vasti paesaggi inesplorati che si stanno aprendo e promettendo scoperte rivoluzionarie [4]. Questa ricerca suggerisce che la chiave per comprendere la natura quantistica della gravità potrebbe risiedere sulla superficie dei buchi neri [5, 6]. Il campo sta entrando in un'era in cui l'osservazione affina la teoria, restringendo progressivamente il panorama dei modelli plausibili fino a quando non rimangono solo quelli coerenti con tutti i dati [4].