Il progetto della stazione idroelettrica di Medog in Tibet, approvato dal governo cinese nel dicembre 2024, prevede la costruzione di una diga sul fiume Yarlung Tsangpo, noto come Brahmaputra in India e Jamuna in Bangladesh. Questo ambizioso progetto mira a generare una capacità di 60.000 megawatt, rendendolo il più grande impianto idroelettrico al mondo, con una produzione annuale stimata di 300 miliardi di kilowattora, triplicando la capacità della Diga delle Tre Gole. Il costo stimato del progetto supera i 137 miliardi di dollari. La costruzione è prevista per iniziare nel 2029 e concludersi entro il 2033.
Il progetto ha suscitato preoccupazioni significative tra i paesi a valle, in particolare India e Bangladesh, che dipendono dal fiume per l'irrigazione, l'approvvigionamento idrico e la pesca. Le autorità indiane hanno espresso preoccupazioni riguardo all'impatto potenziale sulla disponibilità di acqua e sulla sicurezza idrica. Allo stesso modo, il Bangladesh ha richiesto informazioni dettagliate sul progetto, inclusi studi di impatto ambientale e valutazioni dei rischi, ma non ha ricevuto risposta.
Inoltre, la regione di Medog è geologicamente instabile, con una elevata attività sismica e rischio di frane. La costruzione della diga potrebbe aumentare il rischio di terremoti e frane, con potenziali impatti negativi sulle comunità locali e sugli ecosistemi circostanti.
Il progetto ha anche sollevato preoccupazioni riguardo all'impatto ambientale, inclusa la possibile alterazione degli ecosistemi locali e la perdita di biodiversità. Inoltre, la costruzione della diga potrebbe richiedere lo spostamento di comunità locali, con conseguenti impatti sociali ed economici.
In conclusione, mentre il progetto idroelettrico di Medog rappresenta un'importante iniziativa per la produzione di energia rinnovabile, solleva questioni significative riguardo all'impatto ambientale, sociale ed economico, sia a livello locale che regionale. È fondamentale che vengano condotte valutazioni approfondite e che vengano adottate misure per mitigare i potenziali impatti negativi, garantendo al contempo la cooperazione e la trasparenza tra i paesi coinvolti.