Un recente studio pubblicato su *Nature Ecology and Evolution* evidenzia le difficoltà nel raggiungere benefici ecologici significativi da molti progetti di ripristino delle barriere coralline. Guidata dal Dr. Giovanni Strona, la ricerca indica che la portata della maggior parte degli sforzi attuali è insufficiente a contrastare l'estesa perdita di coralli, con circa il 14% degli ecosistemi corallini scomparso tra il 2009 e il 2018.
Lo studio sottolinea che molte iniziative si concentrano su barriere coralline già vulnerabili allo stress termico e identifica problemi sistemici come la pianificazione e il monitoraggio inadeguati come fattori chiave nel successo limitato di questi progetti. Il professor Corey Bradshaw della Flinders University sottolinea che affrontare il cambiamento climatico è fondamentale per un efficace ripristino dei coralli. Ha anche notato che oltre un terzo dei progetti fallisce perché gli sforzi di conservazione possono prendere di mira siti che non hanno le maggiori possibilità di successo. La ricerca sottolinea la necessità di una raccolta dati standardizzata e di strategie globali per migliorare la resilienza ecologica.
Le barriere coralline sono vitali per oltre un miliardo di persone in tutto il mondo, fornendo cibo, protezione costiera e entrate turistiche. Gli esperti stimano che senza azioni significative per combattere il cambiamento climatico, la copertura corallina potrebbe diminuire del 90% entro la fine del secolo. Lo studio suggerisce che ripristinare solo il 10% delle barriere coralline degradate del mondo costerebbe circa 1 miliardo di dollari, quasi quattro volte l'investimento totale effettuato nell'ultimo decennio. Lo studio ha anche scoperto che più della metà (57%) delle barriere coralline ripristinate subisce eventi di sbiancamento entro cinque anni dall'intervento, annullando gli sforzi e gli investimenti a lungo termine.