Il 12 luglio 2025, la decisione del presidente Trump di imporre dazi del 30% sulle importazioni dall'Unione Europea e dal Messico ha scatenato un'ondata di reazioni. Dal punto di vista economico, questa mossa solleva interrogativi cruciali sul futuro del commercio internazionale e sulle sue ripercussioni sui mercati globali. L'analisi economica di tale decisione rivela implicazioni significative e complesse.
Secondo le stime, i dazi potrebbero portare a una diminuzione del PIL dell'UE, con conseguenze dirette per le imprese e i consumatori. L'aumento dei costi delle importazioni, infatti, si tradurrebbe in prezzi più alti per i beni di consumo, riducendo il potere d'acquisto dei cittadini. Inoltre, le aziende europee che esportano negli Stati Uniti potrebbero subire perdite significative a causa della riduzione della domanda americana.
Un'analisi del mercato azionario rivela che le azioni delle aziende esposte al commercio con l'UE e il Messico hanno subito un calo immediato dopo l'annuncio dei dazi. Questo dimostra la reazione negativa degli investitori e la loro preoccupazione per l'impatto a lungo termine sulla redditività aziendale. Inoltre, si prevede un aumento dell'inflazione, poiché i costi delle importazioni si trasferiranno gradualmente ai consumatori.
Le politiche protezionistiche, come i dazi, possono portare a una guerra commerciale, con conseguenze ancora più gravi per l'economia globale. Le ritorsioni da parte dell'UE e del Messico potrebbero innescare un ciclo di aumento dei dazi, danneggiando ulteriormente il commercio internazionale e rallentando la crescita economica. In definitiva, la decisione di Trump rappresenta una sfida significativa per l'economia mondiale, richiedendo un'attenta valutazione e una risposta coordinata per mitigare i potenziali danni.