I Dazi di Trump Scatenano Tensioni Commerciali Globali e Minacce di Ritorsioni

Modificato da: Elena Weismann

I nuovi dazi sulle importazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno scatenato reazioni internazionali, comprese minacce di ritorsioni e appelli alla negoziazione. La Cina ha accusato gli Stati Uniti di "bullismo", mentre l'UE ha espresso la sua disponibilità a contromisure "robuste", potenzialmente prendendo di mira i giganti tecnologici statunitensi con le tasse. Altre nazioni, come il Regno Unito e il Giappone, sperano in un accordo con gli Stati Uniti. Trump ha dichiarato che i dazi, che vanno dal 10% al 49%, mirano a riportare fabbriche e posti di lavoro negli Stati Uniti, affermando che "i contribuenti sono stati derubati per più di 50 anni". Gli Stati Uniti hanno imposto dazi del 34% sulle merci cinesi, del 20% sulle merci dell'UE, del 24% sulle merci giapponesi e del 25% sulle merci sudcoreane. La Cina ha annunciato misure di ritorsione e il portavoce del Ministero degli Affari Esteri Guo Jiakun ha dichiarato: "Non ci sono vincitori nelle guerre commerciali e nelle guerre tariffarie". Il presidente francese Emmanuel Macron ha esortato le imprese a sospendere gli investimenti negli Stati Uniti. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito i prelievi un "duro colpo per l'economia mondiale". L'UE sta valutando la possibilità di tassare i giganti digitali statunitensi come Google, Apple, Meta, Amazon e Microsoft. Il cancelliere tedesco uscente Olaf Scholz ha sottolineato la necessità per l'UE di mostrare forza pur mirando a un accordo. Il primo ministro britannico Kier Starmer spera in un accordo commerciale per revocare i dazi. Il Giappone prevede di valutare l'impatto dei dazi. I dazi hanno scosso i mercati finanziari, causando cali negli Stati Uniti, in Europa e in Asia. Il capo dell'Organizzazione mondiale del commercio ha avvertito di "implicazioni sostanziali", prevedendo un calo dei volumi del commercio globale. Un dazio del 29% sull'Isola Norfolk, un remoto territorio del Pacifico meridionale governato dall'Australia, ha causato confusione, poiché l'isola non esporta negli Stati Uniti. Anche altri territori scarsamente popolati devono affrontare dazi, mentre la Russia è stata esclusa dalla lista.

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