Il Kuwait reprime i minatori di criptovalute a causa della carenza di energia

Modificato da: Yuliya Shumai

La scorsa settimana, il governo del Kuwait ha avviato una repressione a livello nazionale contro i minatori di criptovalute, accusandoli di aver aggravato la carenza di energia con l'avvicinarsi dell'estate, secondo un rapporto di Reuters. Il Ministero dell'Interno ha annunciato una campagna di sicurezza "ad ampio raggio" che prende di mira le case trasformate in centri di mining ad Al-Wafrah. Le autorità hanno dichiarato che queste operazioni sfruttano illegalmente l'energia elettrica, causando potenzialmente blackout che colpiscono case, aziende e servizi essenziali. Il Ministero dell'Elettricità ha segnalato un calo del 55% del consumo di energia ad Al-Wafrah a seguito della repressione della scorsa settimana. Alcune strutture minerarie ad Al-Wafrah hanno consumato fino a 20 volte più elettricità rispetto alle abitazioni medie, secondo precedenti rapporti del Ministero dell'Elettricità. L'elettricità a basso costo del Kuwait, sebbene fortemente sovvenzionata, ha attirato minatori in cerca di profitti sostanziali. Sebbene il Kuwait vieti il commercio di criptovalute, manca una legislazione che disciplini le operazioni di mining, creando una scappatoia legale. Nonostante gli avvertimenti della banca centrale contro gli investimenti in criptovalute, i minatori hanno operato in questa zona grigia legale. Una ricerca dell'Università di Cambridge ha stimato che il Kuwait rappresentava solo lo 0,05% del mining globale di Bitcoin nel 2022, ma anche questa piccola percentuale ha un impatto significativo sulla rete elettrica del Kuwait.

Hai trovato un errore o un'inaccuratezza?

Esamineremo il tuo commento il prima possibile.