I rendimenti del Tesoro USA salgono al 5% tra i timori sulle tariffe di Trump, scatenando turbolenze nel mercato obbligazionario globale

Modificato da: Olga Sukhina

Il mercato dei titoli del Tesoro USA ha subito una significativa svendita il 9 aprile 2025, con i rendimenti dei titoli del Tesoro a 30 anni che hanno superato brevemente il 5% a causa dei timori che le tariffe del presidente Trump potessero innescare una recessione e limitare la risposta della Federal Reserve a causa della potenziale inflazione. Questo aumento, il più grande da novembre 2023, ha sollevato interrogativi sulla stabilità del debito sovrano statunitense e sul suo impatto sui costi di finanziamento.

Anche le azioni europee e asiatiche sono diminuite, mentre i rendimenti obbligazionari globali nel Regno Unito, in Australia e in Giappone sono aumentati. Il malessere del mercato è stato aggravato da una debole asta di debito triennale e dalle speculazioni sulla vendita di debito statunitense da parte di investitori esteri. Alcuni analisti suggeriscono che l'attività degli hedge fund e lo smantellamento delle posizioni sui titoli del Tesoro abbiano contribuito alla turbolenza. Deutsche Bank AG ha messo in guardia da un territorio inesplorato e ha suggerito un potenziale intervento della Fed se l'interruzione dovesse continuare. Anche il rendimento del Tesoro a 10 anni è aumentato significativamente, raggiungendo livelli non visti dalla fine di febbraio.

Questi movimenti di mercato riflettono le crescenti preoccupazioni per le conseguenze economiche delle tariffe di Trump, che dovrebbero essere sostenute dagli importatori statunitensi e potenzialmente trasferite ai consumatori, portando a un aumento dell'inflazione e a una crescita compromessa. Alcuni analisti hanno anche indicato la possibilità che la Cina venda le proprie partecipazioni in titoli del Tesoro USA nel tentativo di aumentare i rendimenti e incrementare la liquidità locale. La situazione rimane volatile, con gli investitori che monitorano attentamente i prossimi dati economici e qualsiasi potenziale cambiamento di politica da parte della Federal Reserve.

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