La rupia indiana tocca il minimo storico tra deflussi di capitali esteri e timori di guerra commerciale; la borsa crolla per le preoccupazioni sui dazi

La rupia indiana ha concluso febbraio con il quinto calo mensile consecutivo, sotto pressione per i deflussi di portafoglio esteri e l'aumento delle coperture. La rupia ha chiuso a 87,4950 contro il dollaro USA, segnando un calo dell'1% per il mese e toccando il minimo storico di 87,95. La Reserve Bank of India (RBI) è intervenuta per frenare l'eccessiva volatilità. Gli investitori stranieri hanno venduto in modo netto quasi 3,5 miliardi di dollari di azioni locali a febbraio, portando i deflussi totali a circa 12,5 miliardi di dollari nel 2025. Contemporaneamente, gli indici del mercato azionario indiano Sensex e Nifty hanno subito una significativa pressione di vendita a causa dell'intensificarsi dei timori di un conflitto commerciale globale. Il Sensex è sceso di oltre 1.420 punti (1,9%), mentre il Nifty 50 è sceso di circa 430,2 punti (1,9%). La capitalizzazione di mercato delle società quotate al BSE è diminuita in modo sostanziale. Questo calo segue l'annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di dazi sulle importazioni da Canada, Messico e Cina, scatenando preoccupazioni per un peggioramento della controversia commerciale.

Hai trovato un errore o un'inaccuratezza?

Esamineremo il tuo commento il prima possibile.